25 giugno 2024


Ore 23.00. Non so più dove mi trovo: ieri a quest’ora stavo raggiungendo Trondheim, stamattina mi sono svegliato a Oslo e ora sono in un albergo a Copenhagen! Il viaggio di ritorno a casa si sta per concludere. Domani mattina alle 8.30 atterrerò a Malpensa.

Vi racconto la mia giornata a Oslo.  

Appena sceso dal treno, alle 7.00, ho lasciato il mio zaino al deposito bagagli e mi sono fermato per una lunga colazione all’Espresso House della stazione.

Alle 9.30 ho iniziato la visita, dedicata a tre luoghi: il punto di partenza del Cammino di Sant’Olav, l’Opera e il Museo Nazionale di Oslo  

1. Non potevo lasciare la Norvegia senza un gesto che mi ricordasse che in fondo io sono un pellegrino. Già ieri sera, avvicinandomi a Trondheim, dal finestrino del treno ero attento a scorgere il campanile della Cattedrale di Sant’Olav, meta del Cammino norvegese. Questa mattina mi sono recato alla pietra miliare che indica “643 km till Nidaros”. Veloci sono arrivati i ricordi del Cammino del 2015, del 2022 e del 2023. Accanto, su su una panchina, un uomo con zaino e bacchette attendeva di intraprendere il lungo viaggio verso Trondheim. In un attimo ci siamo riconosciuti pellegrini, abbiamo scambiato qualche parola e fatto delle foto.  

2. Mentre il sole cominciava a scaldare e i turisti iniziavano a riversarsi per le strade, ho voluto dedicare qualche minuto a passeggiare sull’Opera House, godendomi le sue geometrie improbabili e uno sguardo privilegiato sul fiordo e sulla città.

Quando nel 2008 è stata realizzata, l’Opera House è stata immaginata come una nuovo centro vitale per la capitale Norvegese. L’edificio infatti è una moderna e affascinate piazza pedonale protesa sul mare: si può attraversare, ci si può salire e sostare; è luogo di ritrovo e di turismo; polo culturale ed educativo della città. La struttura architettonica, ricoperta di marmo bianco di Carrara, si ispira al dipinto “Das Eismeer” di Caspar David Friedrich, infatti sembra emergere dall’acqua come una lastra di ghiaccio artico appoggiandosi alla terraferma.  L’Opera House ridefinisce il waterfront di Oslo, facendo diventare quella linea sottile tra terra e mare un importante spazio sociale. È una novità se pensiamo che per secoli questa parte delle città è stata essenzialmente un cantiere per le attività portuali mentre la vita della città si svolgeva più all’interno.  

3. Alle 10.30 sono entrato nel Museo Nazionale Norvegese. È uno spazio espositivo immenso che conta più di 80 sale disposte su due piani. In un percorso cronologico e tematico sono messi in mostra l’artigianato e il design (piano terra) e l’arte figurativa (primo piano). Per godersi tutto il museo non basta una giornata intera, infatti dopo cinque ore sono uscito passando di corsa tra l’arte moderna e contemporanea, ignorando del tutto le esposizioni temporanee. Tra le cose che hanno stuzzicato maggiormente il mio interesse segnalo il percorso sulle stavkirke, le chiese medievali in legno, patrimonio scandinavo da conoscere, che in questi ultimi anni sta ricevendo una grande attenzione per il restauro e la conservazione. Inoltre devo dire che è stato emozionante trovarmi davanti alle tele di artisti famosi, soprattutto davanti a una delle versioni di “L’urlo”di Edvard Munch.   

Nel pomeriggio, con calma, mi sono recato in aeroporto in attesa dell’aereo per Copenhagen.